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LA COMUNICAZIONE: LA MISURA FAMILY-FRIENDLY GRATUITA CHE NON TI ASPETTI

Tra tutte le misure a sostegno della famiglia che un’azienda può attuare, quella dell’ascolto e della comunicazione è la più diretta e semplice da attuare. 


Ne avevamo già parlato nell’articolo “Come rendere la tua azienda family-friendly a costo (quasi) zero”, evidenziando che la cultura aziendale fosse risultata al primo posto tra le leve ricercate dai lavoratori con figli di 1-2 anni sul proprio luogo di lavoro, come emerso dalla nostra Survey 1-24, e tra le prime 5 per i lavoratori con figli di età variabile. 


Ci siamo chiesti: come instaurare una perfetta comunicazione tra azienda e lavoratrice mamma durante il periodo di congedo?


Abbiamo proposto una Survey alla nostra community e abbiamo rielaborato i dati emersi per poter dare una risposta a questa domanda nella maniera più esaustiva e inclusiva possibile. 


Il primo dato rilevante che è subito affiorato è che più della metà delle mamme ha dichiarato di essersi sentita insicura su ciò che avrebbe trovato al rientro. Questo dato, che può sembrare innocuo, in realtà racchiude delle dinamiche molto soggettive, intorno alle quali verte tutto ciò che dovrebbe o non dovrebbe suscitare una corretta comunicazione.


Parlando del periodo del congedo, ecco allora qualche informazione in più sulla comunicazione: la misura family-friendly gratuita che non ti aspetti. 


Cosa è emerso dalla Survey? 


La Survey è stata compilata da più di 600 persone tramite il canale della newsletter di Promama e ha raccolto dati e informazioni da ogni parte d’Italia e da tantissime mamme, con diverse esperienze ed esigenze. 


Delle mamme che hanno risposto al questionario, il 12,1% ha usufruito solo dei 5 mesi obbligatori, il 45,2% ha usufruito di un periodo di congedo compreso tra i 5 e i 9 mesi, il 39,7% tra i 9 e i 12 mesi e il 12% di un periodo superiore all’anno (incluse coloro che purtroppo hanno dovuto lasciare il lavoro). 


Abbiamo chiesto alle mamme che hanno usufruito del congedo se avessero avuto contatti con l’azienda e il risultato è stato che si dividono a metà: circa il 50% di loro non ha avuto contatti con l’azienda (in particolare, il 43% ha avuto solo contatti occasionali con i colleghi) e la restante parte ha avuto contatti con frequenza e intensità variabile. Ecco nel dettaglio:


Grafico a torta con percentuali di contatto tra azienda e lavoratrice in congedo

Ci sono però diversi modi di vivere il congedo e diverse percezioni di ciò che il contatto con l’ambiente lavorativo comporta. 


Le mamme che hanno avuto contatti sporadici o assenti con l’azienda durante il congedo hanno ammesso che una comunicazione regolare e discreta avrebbe aiutato principalmente a:

  • facilitare il rientro;

  • sentirsi meno isolate;

  • sentirsi ancora parte della comunità aziendale.


Coloro che invece hanno percepito un contatto insistente e ricevuto richieste di carattere lavorativo in congedo hanno raccontato di:

  • essersi sentite in obbligo di rispondere al contatto lavorativo pressante;

  • aver perso la serenità con la quale avrebbero voluto vivere il periodo di congedo.


Vediamo perciò in cosa si esplicano le esigenze delle mamme in congedo rispetto al proprio lavoro. 


Qual è stata la percezione del contatto lavorativo in congedo? 


Ogni genitore vive il periodo di congedo in maniera diversa, a seconda anche del coinvolgimento che sente nei confronti del proprio ambiente lavorativo.


Grafico a barre con percentuali del contatto preferito dalle mamme in congedo

Alcune mamme desiderano essere aggiornate in maniera regolare e discreta sugli sviluppi lavorativi, per non sentirsi isolate e allo stesso tempo per mantenere un contatto diretto con il lavoro che le attende al rientro dalla maternità. 


Altre mamme preferiscono un contatto informale, meno insistente e incentrato su aggiornamenti riguardanti la nuova vita da mamma e un po’ meno sugli aspetti lavorativi, seppur accettando la possibilità di conoscere sviluppi o novità importanti dal lato professionale. In particolare, in molte hanno (o avrebbero) gradito maggiori informazioni sui propri diritti, sulla burocrazia da seguire per usufruirne e, in generale, un contatto di supporto alla genitorialità.


Ci sono anche mamme che chiedono un distacco totale dall’ambiente lavorativo, per potersi dedicare in maniera totalizzante al proprio ruolo materno, tagliando fuori tutte le pressioni lavorative. 


Abbiamo dato anche la possibilità di spiegare il motivo della propria preferenza verso un coinvolgimento minore o maggiore e abbiamo selezionato alcune testimonianze che meglio rappresentano le diverse categorie di scelta. 


  • Perché avresti desiderato essere maggiormente coinvolta? 

    • “Perché mi sono sentita lontana e abbandonata e anzi quasi in colpa che ero in maternità” 

    • “Perché mi piace il lavoro che faccio e non vorrei perderlo solo perché sono diventata madre” 

    • “Per sentirmi sempre parte della realtà aziendale anche in congedo, e per rendere partecipe l’azienda di cosa stavo facendo io (nascita bambino, ecc)” 

    • “Il progetto per il quale lavoravo era importante per me e avere aggiornamenti era fondamentale” 

    • “Perchè la sensazione di non essere più utile/gradita si fa irrazionalmente largo quando sei a casa” 


  • Perché preferisci la via di mezzo?

    • “Credo sia importante sapere cosa succede in azienda ma non mi interesserebbero aggiornamenti lavorativi”

    • “Mi avrebbe fatto piacere una chiamata da parte del mio responsabile, anche solo per sapere come stavo” 

    • “Volevo aggiornamenti e sentirmi coinvolta ma non oppressa per il lavoro” 

    • “Aggiornata ma non coinvolta” 

    • “Un maggiore coinvolgimento mi avrebbe fatto sentire una risorsa non un semplice numero.”


  • Perché avresti desiderato non essere contattata?

    • “Perché in quel momento avevo bisogno di concentrarmi sulla mia famiglia” 

    • “Ero alle prese con il mio piccolo, ho apprezzato la discrezione mostrata” 

    • “Non voglio pensare al lavoro se non sono a lavoro” 


Conclusioni sulla comunicazione: la misura family-friendly gratuita che non ti aspetti 


L’ampia varietà di esigenze e aspettative delle mamme durante il congedo dimostra l’importanza di una comunicazione versatile e flessibile. 


Come si può capire allora qual è il giusto tipo di comunicazione da instaurare tra azienda e dipendente?


La comunicazione dovrebbe essere rispettosa degli spazi, in quanto non tutte le mamme desiderano un contatto costante con l’azienda durante il congedo e, spesso, chi lo desidera preferisce degli aggiornamenti informali, privi di pressioni lavorative. È importante che sia specifica rispetto alle esigenze individuali: ogni mamma è diversa e vuole vivere il congedo in maniera diversa, chi dedicandosi al 100% al ruolo di mamma, chi preferendo un contatto disinteressato con i colleghi, chi cercando aggiornamenti lavorativi regolari per non sentirsi esclusa. 


Inoltre, la comunicazione deve essere empatica e personale, per questo potrebbe essere utile avere una figura chiara e definita con cui mantenere i contatti, che conosca già la situazione e possa diventare un riferimento sicuro. 


La comunicazione in azienda ha vantaggi importanti sia durante il periodo di congedo, nel rispetto delle richieste della mamma, sia al rientro, permettendo un reinserimento naturale e sereno nell’ambiente lavorativo.  

Investire in una comunicazione personalizzata e attenta è un modo per sostenere le mamme lavoratrici, dimostrando che l’azienda è al loro fianco non solo professionalmente, ma anche umanamente, contribuendo così a rafforzare la fiducia nel team e nell’azienda.


In conclusione, il modo migliore per impostare una corretta comunicazione è anche il più semplice: chiedere e concordare direttamente con l’interessata modalità, frequenza e tipologia di contatto. Solo in questo modo si potrà garantire una relazione rispettosa e personalizzata, che tenga conto delle sue esigenze e delle necessità aziendali, favorendo un dialogo, laddove richiesto, trasparente e costruttivo durante il periodo di congedo.


Foto credit: www.freepik.com

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